Quando i sogni diventano realtà: intervista ad Andrea Cosner!
Intervista ad Andrea Cosner, primierotto che ha calcato campi importanti nel panorama calcistico italiano. Milan, Reggiana e Spal sono solo alcune delle squadre con cui ha giocato. Modello di tanti giovani primierotti, è riuscito a realizzare il sogno più grande di ogni bambino: diventare calciatore. Le sue speranze sono state interrotte da numerosi infortuni, che hanno rallentato la sua corsa verso la serie A, ma con determinazione e carattere è sempre riuscito a rialzarsi e a continuare il suo sogno.
I tuoi inizi con il pallone?
Credo che sia stato proprio un amore a prima vista quello con il pallone. Io da ragazzino sciavo durante l’inverno, ma non vedevo l’ora che arrivasse primavera per giocare a calcio con i miei amici. Ogni occasione era buona per tirare due calci al pallone.
Ruolo?
Preferibilmente esterno di difesa destro, ma durante l’ultima stagione ho giocato spesso anche a sinistra e come centrocampista esterno, sia destro che sinistro.
Soprannome?
Mi chiamano Kevin dai primi anni di Milano, per via del cognome. I calciatori non hanno una grande fantasia!.
Squadra del cuore?
Sono un tifoso prima di tutto della nostra nazionale, poi della Juventus.
Come hai vissuto le la tua esperienza nelle giovanili primierotte?
Mi ricordo come fosse ieri il giorno in cui Ale Menguzzo, mio amico dalla nascita, mi ha parlato di come al campo di Mezzano venissero svolti dei tornei tra ragazzini della nostra età. Si potevano scegliere i nomi delle squadre e tutti non vedevano l’ora di giocare: è stata quella chiacchierata fatta a 6 anni a farmi cominciare la mia avventura al Primiero. Da lì è nato tutto, tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato e dato qualcosa da Franco Denardin a Stefano Pradel (memorabili le sue urla durante le partitelle), da Luciano Cianela Simoni a Daniele Depaoli. La persona che però porterò sempre nel mio cuore e che, pur avendomi allenato per pochissimo tempo, mi ha dato tutto è Piergiorgio Bonat, persona eccezionale e con grandi valori. Peccato però che si ostini a giocare a tennis, gli consiglierei di lasciare perdere perché ormai è vecchio!
Nel momento in cui ti sei trovato in una realtàdiversa da quella primierotta come ècambiata la tua vita?
Quando sono andato a Feltre sinceramente non vedevo tante differenze con l’ambiente primierotto. Ovviamente il livello era più alto e l’impegno richiesto era maggiore, ricordo quanti viaggio abbiamo fatto io e Walter Denardin per andare ad allenarci e, se non ci fossero stati i miei genitori, sicuramente non avrei continuato a giocare a calcio.
Il cambiamento vero è stato l’anno trascorso a Venezia, a livello calcistico, ma soprattutto come stile di vita. Sono stato ospite della famiglia Volpato – grandi amici di famiglia – e questo mi ha sicuramente agevolato nella mia crescita, li posso solo ringraziare.
Un anno al Venezia ed è arrivata subito l’occasione del Milan. Che cosa hai provato quando è arrivata la chiamata?
A dire la veritàil Milan mi aveva già preso dalla Feltrese, quindi l’anno di Venezia era un anno di transizione per farmi capire a cosa stavo andando incontro. Beh, è inutile dire che ero felicissimo, ma a 16 anni sicuramente non mi rendevo conto di quale opportunità mi si prospettasse per il futuro. Comunque avevo tanto entusiasmo e voglia di capire se potevo giocare in una squadra così blasonata.
Il primo giorno da giocatore del Milan come lo hai vissuto?
Il primo giorno da giocatore del Milan è stato disastroso. La sera prima di partire per Milanello ho pensato bene di organizzare una cena e festeggiare a dovere con i miei amici. Risultato finale: mia mamma mi ha svegliato in giardino un’ora prima della partenza prevista. Quei santi dei miei genitori mi hanno portato a Milanello e pomeriggio ho svolto tutti i test fisici previsti.
L’esperienza in una grande squadra come il Milan cosa ha cambiato in te e che valore aggiunto ti ha dato nella tua formazione calcistica?
Esperienza unica, indescrivibile. Ho vissuto tante di quelle emozioni che è difficile raccontarle. Ambiente top per un ragazzo che ha il sogno di fare il calciatore, sono cresciuto tantissimo sia grazie ai miei allenatori, sia grazie a tutte le persone della società. Eravamo tutti ragazzini a centinaia di chilometri da casa che vivevano con un sogno, per questo il Milan penso sia la società migliore d Italia per organizzazione e strutture.
Il grave infortunio al ginocchio subito come lo hai vissuto? Cosa ti ha compromesso e con che spirito hai cercato di recuperare?
Mi sono fatto male un martedì durante una rifinitura prima di una gara di coppa Italia, un movimento banalissimo che avevo fatto in precedenza altre centinaia di volte e crac. Quello era il punto più alto della mia carriera al Milan, mi allenavo spesso con la prima squadra e probabilmente quella domenica sarei andato in panchina a San Siro contro la Roma. Purtroppo è andata così, sinceramente non so se avrei potuto fare qualcosa di più, so solo che sono orgoglioso di quello che ho fatto e della mia carriera. Il recupero è stato durissimo e lungo soprattutto, sono sei mesi in cui non sfiori il pallone, solo palestra, piscina, pesi, corsa e tanto sudore. Avevo troppa voglia di tornare a giocare e questo è stato fondamentale durante il recupero.
Cosa è cambiato nel passare da una squadra primavera al calcio professionistico?
Tra primavera e calcio professionistico c’è una differenza abissale, per me è stata ancora amplificata perché tornavo dopo il grave infortunio (cosa che poi sfortunatamente si è ripetuta altre volte). Cambio tutto, il ritmo, il pressing, la qualità dei giocatori. È proprio un altro calcio.
Aspetti positivi e negativi del calcio professionistico?
Giocare a calcio nei professionisti permette di avere un lavoro che dà un buon stipendio e di avere anche tanto tempo libero. Ti permette di conoscere tante persone e vivere realtà nuove. Gli aspetti negativi sono tanti, per me ad esempio la lontananza da casa. Nel mondo del calcio non ti regala niente nessuno e, come ci sono persone a modo, esiste gente disposta a tutto pur di ottenere quello che vuole.
La tua esperienza nel calcio professionistico?
Uscito dalla primavera, sono andato alla Reggiana, venivo dal grave infortunio e non ho giocato molto in una squadra costruita per vincere. A gennaio dello stesso anno sono andato a Bassano dove ho cominciato molto bene, ma la rottura del menisco ha fermato bruscamente la mia stagione. L’anno successivo sono andato a Jesolo per rilanciarmi, stagione fantastica, che mi ha permesso di firmare con la blasonata Spal l’anno successivo. Anche qui squadra costruita per vincere, mi ritaglio il mio spazio ma dopo 10 giornate un altro grave infortunio al ginocchio destro mi fa perdere tutta la stagione. Resto a Ferrara anche l’anno successivo dove vivo un campionato da protagonista culminato però con un’ingiusta retrocessione dovuta soprattutto ai mancati pagamenti e alla conseguente penalizzazione. La società fallisce e la stagione seguente, pur avendo 2 anni di contratto, mi ritrovo senza squadra. Decido di ricominciare da Sandonà, ma dopo 10 partite ancora l’ennesimo infortunio al ginocchio mi fa perdere tutta la stagione. Recupero in fretta e con la solita voglia mi ritrovo nei professionisti alla Virtus Vecomp Verona. Faccio pure il ritiro a Mezzano, una vera gioia poter calcare di nuovo quel campo a 100 metri da casa mia! La stagione purtroppo non va come dovrebbe, ma gioco tanto e faccio un buon campionato.
Che consigli daresti ai giovani primierotti che giocano a calcio?
Io piùche ai ragazzi, preferirei dare un consiglio ai genitori. Lasciate che i vostri figli si divertano a giocare a calcio, se sono bravi state tranquilli che le loro qualità verranno fuori, fateli divertire perché da ragazzi la cosa fondamentale èquesta.
La vittoria piùimportante della tua carriera?
La vittoria piùimportante penso sia quella nei quarti di finale della Champions League per primavera contro il Bayern Monaco 2 a 0, dalla mia parte avevo un certo Thomas Muller…penso non serva aggiungere altro!
Il goal piùbello della tua carriera?
Questa domanda ha una facile risposta visto che di gol ne faccio pochi! Il gol di quest’anno alla penultima giornata contro il Real Vicenza penso sia il più bello della mia carriera.
Qual’è l’allenatore piùbravo che hai avuto e perchè?
Dico Stefano Vecchi allenatore che ho avuto alla Spal, come allenatore voto 10, anche se fuori dal campo non avevamo praticamente un rapporto. Preparava la partita in maniera perfetta e ti faceva lavorare tanto e duramente durante la settimana.
Giocatore piùforte con cui hai giocato?
Ve ne cito uno per ruolo. Luca Capecchi, portiere fantastico (Spal). Mirko Stefani, difensore (Reggiana). Andrea Migliorni, centrocampista alla Pirlo (Spal). Emanuele Berrettoni, attaccante (Bassano).
Giocatore che ti ha aiutato di piùnell’esperienza a Milanello?
I due giocatori della prima squadra che mi hanno aiutato di più soprattutto durante l’ infortunio sono stati il grande Beppe Favalli e Massimo Ambrosini, due persone fantastiche.
Cosa pensi del tuo ex compagno Darmian in nazionale e di Aubameyang nella massima serie tedesca?
Matteo èun predestinato. Già quando giocavamo assieme faceva la differenza e sono davvero felice che sia arrivato a quei livelli. Inoltre èun ragazzo fantastico e umilissimo, non è di certo un caso che si sia conquistato la nazionale.
Pierre invece èesploso durante la Champions League per primavere, risultando capocannoniere. Giocatore velocissimo e molto bravo davanti alla porta, i gol parlano per lui.
Come ti senti fisicamente e le prospettive che hai per il futuro?
Al momento sto bene, sono in attesa di sapere quale sarà il mio futuro. Faccio un in bocca al lupo per la prossima stagione a tutto l’ U.S. PRIMIERO e sono sicuro che sotto la guida del grandissimo conoscitore di calcio, nonchèpresidente Michele Naletto, otterrete grandi risultati. Un abbraccio a tutti.
Squadra: Virtus Vecomp Verona
Ruolo: Difensore
Data di nascita: 12/01/1988
Carriera
STAGIONE | SQUADRA |
SERIE |
PRESENZE |
GOAL |
2008-2009 | A.C. REGGIANA |
C1 |
2 |
– |
02/2009 | BASSANO VIRTUS 55 |
C2 |
1 |
– |
2009-2010 | CITTA’ DI JESOLO |
D |
31 |
– |
2010-2011 | SPAL |
C1 |
7 |
– |
2011-2012 | SPAL |
C1 |
28 |
– |
2012-2013 | SANDONA’JESOLO CALCIO |
D |
11 |
– |
2013-2014 | VIRTUSVECOMP VERONA |
C2 |
26 |
1 |
Andrea Orsolin – Alessandro Dalla Sega
I commenti sono chiusi.